giovedì 6 dicembre 2012

Il favoloso mondo di Amèlie

Foto: Radio Idea
" Mi piacerebbe fare una musica nuova, senza precedenti "
L' hanno paragonata ad Erika Mou - forse è un pò prematuro - ma Roberta Gianfrancesco, in arte Amèlie (attenti a pronunciare l'accento sulla sillaba giusta altrimenti si arrabbia), ha la stoffa per poter puntare in alto. Lo ha dimostrato nel corso della kermesse musicale svoltasi sabato 6 ottobre presso l'Anfiteatro di Ponente di Molfetta, organizzata dall'agenzia di comunicazione Studio 360 con il Patrocinio del Comune di Molfetta. A piedi nudi si è presentata sul palco e ha cominciato ad eseguire " Polline ", il suo inedito. Capelli rossi e ricci, gonna e maglietta corta a mezze maniche, una chitarra classica addobbata con dei fiorellini adesivi e una voce che ha incantato tutti, soprattutto la giuria che l'ha decretata vincitrice del Molfetta Music Festival. Non è cosa da poco trionfare in mezzo a trentuno artisti partecipanti per giunta se ti esibisci davanti al tuo pubblico. Sentiamo un pò cosa ci dice.
IL PERSONAGGIO
Roberta Gianfrancesco è una cantautrice molfettese. Nasce a Terlizzi il 9 dicembre 1986. Ha dodici anni quando, ai tempi delle medie, si avvicina per la prima volta alla musica. La scuola " Savio " promuove un corso di musica pomeridiano e lei viene fortunatamente inserita in quello di chitarra tenuto dal prof. Nicola Nesta. Segue per tre anni lezioni di chitarra, ma successivamente interrompe cominciando a dedicarsi allo studio del canto con la docente Tina Karano; tutt'ora segue ancora lezioni di canto e studia chitarra assieme al maestro Roberto d' Elia. Tra le sue passioni c'è il pattinaggio artistico che ha praticato per quattro anni come tesserata della Molfetta Skate. I tanti impegni l' hanno poi costretta a lasciare. Attualmente si è laureata in Scienze Psicologiche all'Università di Chieti.
- Tre parole: Molfetta Music Festival. Cosa ha rappresentato per te Roberta questa rassegna?
Foto: Radio Idea
Quella del Molfetta Music Festival è stata un' esperienza che ho vissuto sin da subito con grande entusiasmo. Ho apprezzato moltissimo l' impegno profuso dagli organizzatori nel promuovere la musica locale e offrire a tanti artisti la possibilità di presentare la propria musica davanti a centinaia di persone. Il mio entusiasmo era alimentato non certo dall'ambizione di arrivare a quel primo posto, ma unicamente dal fatto che tanta gente (anche vicina) potesse finalmente ascoltare ciò che sono anche al di fuori delle semplici circostanze di vita e dal fatto di poter regalare una parte intima di me a gente sconosciuta che avrebbe potuto anche identificarsi nelle mie parole. La risposta di Molfetta è stata straordinaria superando decisamente ogni mia aspettativa. La vincita del primo premio mi ha decisamente portato molte soddisfazioni e mi permetterà di iniziare un lavoro di produzione di un singolo a cui stiamo lavorando tutti con grande impegno.
Inoltre il premio offerto da Lazzaro Ciccolella - che permetterà a me e al gruppo di organizzare una serata interamente dedicata alla nostra musica - è un progetto parallelo a cui stiamo lavorando con grandissimo impegno.
- Canti e scrivi le tue canzoni. Dove affonda le sue radici questo amore per la musica?
Il bisogno di scrivere canzoni del tutto mie non ha seguito nessuna logica, si è presentato in maniera del tutto naturale e si è imposto come un bisogno, una necessità. Penso che ogni forma d'arte, come la musica, la pittura, la poesia, il ballo, ci offrano l'opportunità di esprimere quel che viviamo, quel che siamo e quel che abbiamo vissuto attraverso canali diversi dalle semplici parole. Questo è per me la mia musica; parlare di me, raccontare ciò che mi succede, raccontare storie di vita in cui ognuno potrebbe immedesimarsi. Inoltre penso che la musica abbia un forte effetto terapeutico. E' forse l' unica cosa che può farci stare realmente bene. Scrivere canzoni mi permette di canalizzare e metabolizzare tutto ciò che vivo, vedo e sento.
- Anni fa uscì un film che si chiamava " Il favoloso mondo di Amèlie ". Ecco, come dovrebbe essere il tuo mondo favoloso?
In realtà non è una cosa che amo l'associazione del mio nome con la protagonista del film. Il nome Amèlie l' ho scelto unicamente perchè amo il suono che deriva dall'incontro tra quelle vocali e consonanti. Io ho il mio mondo come ce l'ha ognuno di noi. La differenza è nel modo di renderlo visibile agli altri qualora si scelga di farlo.
- La protagonista del film Amèlie aiuta un cieco ad attraversare la strada. A te è capitato di aiutare qualcuno nella tua vita?
Mi è capitato molte volte avendo un carattere molto altruista e a volte l' ho fatto proprio con una canzone.
Foto: Radio Idea
- Descrivi il tuo carattere
Sicuramente sono molto altruista, sincera e, come direbbe un famoso scrittore, malinconica con la vocazione di esser una persona felice. In me sono presenti entrambi questi aspetti e come fossero su una bilancia a volte prevale uno, altre volte un altro ed è un pò quello che traspare anche nelle mie canzoni.
- Dovessi scrivere una lettera di ringraziamento a qualcuno a chi la scriveresti?
Vorrei ringraziare in primis gli organizzatori per aver promosso questo evento e poi la gente che è stata lì, ferma ad ascoltare la nostra musica. Vorrei ringraziare proprio Molfetta per la grande risposta che ha dato a questo splendido evento, tutti gli artisti che erano lì con me quella sera per il coraggio di mettersi in gioco sempre e ovunque. Infine, ma ovviamente non per ultimi, i miei musicisti Fabio Gesmundo, Michelangelo Volpe e Alessandro Tempesta per aver messo la loro professionalità a servizio della mia musica.
- Da quanto tempo suonate insieme?
Ci siamo formati proprio per l' occasione, ma stiamo seriamente pensando di intraprendere un progetto più a lungo termine.
- Diciamo che ognuno quando è agli esordi prende ispirazione da qualcuno. Tu da chi l'hai presa?
Guarda, a parte Elisa di cui amo ogni singola canzone, amo la musica di Capossela, De Andrè, Rino Gaetano, Lucio Dalla. Non saprei dirti o meglio mi piacerebbe non essere paragonata a nessuno, ma piuttosto vorrei che la mia musica fosse nuova e che dunque non avesse precedenti. Ed è proprio il presupposto su cui stiamo impostando il progetto.
- Quanti inediti hai scritto fino ad ora?
Ho scritto diversi inediti e ogni volta che ne scrivo uno nuovo mi sembra sempre che sia più maturo rispetto al precedente, motivo per cui ho portato al festival un pezzo finito pochi giorni prima. Ti faccio comunque dei nomi: Vendi tutto, Qualcosa tipo cielo e terra, La parte mia più vera, Senza regole, A passi lenti.
- Ecco perchè questi titoli cosa rispecchia ognuna di queste canzone. Spiegacele brevemente.
Foto: Radio Idea
Questi brani sono spezzati di vita, la mia in questo caso, ma parlano di ciò che ognuno di noi vive, delle sofferenze legate a storie andate male o legate ad un addio inaspettato della libertà, di felicità o di malinconia e speranza. Il tutto in maniera diretta e senza fronzoli.
- E " Polline " di cosa parla?
La frase che più mi piace è " ma dicono che è una questione di equilibrio e di maturità ". Infatti quando qualcosa non va come vorremmo, tendiamo subito a dire passerà presto e che è necessario ragionare e affrontare tutto razionalmente quando invece sarebbe opportuno che ognuno viva la sofferenza e la metabolizzi a modo suo e con i suoi tempi.
Ringraziamo Roberta per questa intervista. 
Gianluigi Binetti

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