Foto: Radio Idea |
L'
hanno paragonata ad Erika Mou - forse è un pò prematuro - ma
Roberta Gianfrancesco, in arte Amèlie (attenti a pronunciare
l'accento sulla sillaba giusta altrimenti si arrabbia), ha la stoffa
per poter puntare in alto. Lo ha dimostrato nel corso della kermesse
musicale svoltasi sabato 6 ottobre presso l'Anfiteatro di Ponente di
Molfetta, organizzata dall'agenzia di comunicazione Studio 360 con il
Patrocinio del Comune di Molfetta. A piedi nudi si è presentata sul
palco e ha cominciato ad eseguire " Polline ", il suo
inedito. Capelli rossi e ricci, gonna e maglietta corta a mezze
maniche, una chitarra classica addobbata con dei fiorellini adesivi e
una voce che ha incantato tutti, soprattutto la giuria che l'ha
decretata vincitrice del Molfetta Music Festival. Non è cosa da poco
trionfare in mezzo a trentuno artisti partecipanti per giunta se ti
esibisci davanti al tuo pubblico. Sentiamo un pò cosa ci dice.
IL
PERSONAGGIO
Roberta
Gianfrancesco è una cantautrice molfettese. Nasce a Terlizzi il 9
dicembre 1986. Ha dodici anni quando, ai tempi delle medie, si
avvicina per la prima volta alla musica. La scuola " Savio "
promuove un corso di musica pomeridiano e lei viene fortunatamente
inserita in quello di chitarra tenuto dal prof. Nicola Nesta. Segue
per tre anni lezioni di chitarra, ma successivamente interrompe
cominciando a dedicarsi allo studio del canto con la docente Tina
Karano; tutt'ora segue ancora lezioni di canto e studia chitarra
assieme al maestro Roberto d' Elia. Tra le sue passioni c'è il
pattinaggio artistico che ha praticato per quattro anni come
tesserata della Molfetta Skate. I tanti impegni l' hanno poi
costretta a lasciare. Attualmente si è laureata in Scienze
Psicologiche all'Università di Chieti.
-
Tre parole: Molfetta Music Festival. Cosa ha rappresentato per te
Roberta questa rassegna?
Foto: Radio Idea |
Quella
del Molfetta Music Festival è stata un' esperienza che ho vissuto
sin da subito con grande entusiasmo. Ho apprezzato moltissimo l'
impegno profuso dagli organizzatori nel promuovere la musica locale e
offrire a tanti artisti la possibilità di presentare la propria
musica davanti a centinaia di persone. Il mio entusiasmo era
alimentato non certo dall'ambizione di arrivare a quel primo posto,
ma unicamente dal fatto che tanta gente (anche vicina) potesse
finalmente ascoltare ciò che sono anche al di fuori delle semplici
circostanze di vita e dal fatto di poter regalare una parte intima di
me a gente sconosciuta che avrebbe potuto anche identificarsi nelle
mie parole. La risposta di Molfetta è stata straordinaria superando
decisamente ogni mia aspettativa. La vincita del primo premio mi ha
decisamente portato molte soddisfazioni e mi permetterà di iniziare
un lavoro di produzione di un singolo a cui stiamo lavorando tutti
con grande impegno.
Inoltre il premio offerto da Lazzaro Ciccolella - che permetterà a me e al gruppo di organizzare una serata interamente dedicata alla nostra musica - è un progetto parallelo a cui stiamo lavorando con grandissimo impegno.
Inoltre il premio offerto da Lazzaro Ciccolella - che permetterà a me e al gruppo di organizzare una serata interamente dedicata alla nostra musica - è un progetto parallelo a cui stiamo lavorando con grandissimo impegno.
- Canti e scrivi le tue canzoni. Dove affonda le sue radici questo
amore per la musica?
Il
bisogno di scrivere canzoni del tutto mie non ha seguito nessuna
logica, si è presentato in maniera del tutto naturale e si è
imposto come un bisogno, una necessità. Penso che ogni forma d'arte,
come la musica, la pittura, la poesia, il ballo, ci offrano
l'opportunità di esprimere quel che viviamo, quel che siamo e quel
che abbiamo vissuto attraverso canali diversi dalle semplici parole.
Questo è per me la mia musica; parlare di me, raccontare ciò che mi
succede, raccontare storie di vita in cui ognuno potrebbe
immedesimarsi. Inoltre penso che la musica abbia un forte effetto
terapeutico. E' forse l' unica cosa che può farci stare realmente
bene. Scrivere canzoni mi permette di canalizzare e metabolizzare
tutto ciò che vivo, vedo e sento.
-
Anni fa uscì un film che si chiamava " Il favoloso mondo di
Amèlie ". Ecco, come dovrebbe essere il tuo mondo favoloso?
In
realtà non è una cosa che amo l'associazione del mio nome con la
protagonista del film. Il nome Amèlie l' ho scelto unicamente perchè
amo il suono che deriva dall'incontro tra quelle vocali e consonanti.
Io ho il mio mondo come ce l'ha ognuno di noi. La differenza è nel
modo di renderlo visibile agli altri qualora si scelga di farlo.
-
La protagonista del film Amèlie aiuta un cieco ad attraversare la
strada. A te è capitato di aiutare qualcuno nella tua vita?
Mi
è capitato molte volte avendo un carattere molto altruista e a volte
l' ho fatto proprio con una canzone.
Foto: Radio Idea |
-
Descrivi il tuo carattere
Sicuramente
sono molto altruista, sincera e, come direbbe un famoso scrittore,
malinconica con la vocazione di esser una persona felice. In me sono
presenti entrambi questi aspetti e come fossero su una bilancia a
volte prevale uno, altre volte un altro ed è un pò quello che
traspare anche nelle mie canzoni.
-
Dovessi scrivere una lettera di ringraziamento a qualcuno a chi la
scriveresti?
Vorrei
ringraziare in primis gli organizzatori per aver promosso questo
evento e poi la gente che è stata lì, ferma ad ascoltare la nostra
musica. Vorrei ringraziare proprio Molfetta per la grande risposta
che ha dato a questo splendido evento, tutti gli artisti che erano lì
con me quella sera per il coraggio di mettersi in gioco sempre e
ovunque. Infine, ma ovviamente non per ultimi, i miei musicisti Fabio
Gesmundo, Michelangelo Volpe e Alessandro Tempesta per aver messo la
loro professionalità a servizio della mia musica.
-
Da quanto tempo suonate insieme?
Ci
siamo formati proprio per l' occasione, ma stiamo seriamente pensando
di intraprendere un progetto più a lungo termine.
-
Diciamo che ognuno quando è agli esordi prende ispirazione da
qualcuno. Tu da chi l'hai presa?
Guarda,
a parte Elisa di cui amo ogni singola canzone, amo la musica di
Capossela, De Andrè, Rino Gaetano, Lucio Dalla. Non saprei dirti o
meglio mi piacerebbe non essere paragonata a nessuno, ma piuttosto
vorrei che la mia musica fosse nuova e che dunque non avesse
precedenti. Ed è proprio il presupposto su cui stiamo impostando il
progetto.
-
Quanti inediti hai scritto fino ad ora?
Ho
scritto diversi inediti e ogni volta che ne scrivo uno nuovo mi
sembra sempre che sia più maturo rispetto al precedente, motivo per
cui ho portato al festival un pezzo finito pochi giorni prima. Ti
faccio comunque dei nomi: Vendi tutto, Qualcosa tipo cielo e terra,
La parte mia più vera, Senza regole, A passi lenti.
-
Ecco perchè questi titoli cosa rispecchia ognuna di queste canzone.
Spiegacele brevemente.
Foto: Radio Idea |
Questi
brani sono spezzati di vita, la mia in questo caso, ma parlano di ciò
che ognuno di noi vive, delle sofferenze legate a storie andate male
o legate ad un addio inaspettato della libertà, di felicità o di
malinconia e speranza. Il tutto in maniera diretta e senza fronzoli.
-
E " Polline " di cosa parla?
La
frase che più mi piace è " ma dicono che è una questione di
equilibrio e di maturità ". Infatti quando qualcosa non va come
vorremmo, tendiamo subito a dire passerà presto e che è necessario
ragionare e affrontare tutto razionalmente quando invece sarebbe
opportuno che ognuno viva la sofferenza e la metabolizzi a modo suo e
con i suoi tempi.
Ringraziamo
Roberta per questa intervista.
Gianluigi Binetti
Nessun commento:
Posta un commento